L’azienda agricola Ceraudo nasce sulle colonie della Magna Grecia, dove sorgono antichi borghi, fra le campagne coltivate, gli uliveti e i vigneti. Il territorio è fertile e produttivo: l’agricoltura, infatti, costituisce la base dell’economia locale.

Le principali colture sono la vigna, l’ulivo, gli agrumi e gli ortaggi. L’Azienda dispone di circa 20 ettari coltivati a vigneti, con una produzione potenziale di 500 quintali di vino, 38 ettari ad uliveti, per un totale di 7.400 piante ed un potenziale produttivo di 400 quintali di olio. I vigneti aziendali annoverano, nella zona più alta le varietà a bacca bianca di chardonnay, greco bianco, mantonico e pecorello, mentre nell’areale appena più in basso,uve di gaglioppo, cabernet, sauvignon e magliocco. In cantina, ogni fase produttiva è gestita direttamente; la produzione annuale media è pari a 70.000 bottiglie.

Con la conversione al metodo di produzione biologica, dopo le difficoltà dei primi anni, l’azienda ha ottenuto ottimi risultati, soprattutto dal punto di vista della qualità dei prodotti, tanto da essere considerata a livello regionale “Azienda pilota”, certificata per la regione Calabria dall’ICEA.

Tra i filari delle vigne il rispetto per l’ambiente, per la natura, per l’ecosistema e per la biodiversità è massimo: non solo non si impiegano prodotti chimici, ma ogni scelta agronomica è ponderata, attenta agli equilibri ecosistemici e orientata da studi e soluzioni tecniche innovative. L’azienda utilizza pratiche di inerbimento per la conservazione batterica e geologica dei vigneti, altrimenti alterata dall’utilizzo di mezzi agricoli, realizza una raccolta precoce (a partire dalla prima settimana di settembre) della produzione olivicola, per ottenere una migliore qualità dell’olio e per prevenire eventuali danni dovuti a condizioni metereologiche e/o malattie.

L’azienda ha diversificato le sue attività offrendo servizi di ristorazione e di accoglienza turistica, valorizzando i propri prodotti e puntando anche alla valorizzazione di beni di interesse storico-culturale (un casolare baronale, una chiesa all’interno della quale viene ancora officiata la funzione religiosa).

La famiglia Ceraudo rileva una scarsa sensibilità in seno alla comunità locale rispetto all’importanza dell’agricoltura biologica. Pertanto, ha attivato percorsi di informazione e sensibilizzazione nelle scuole, coinvolgendo altri attori del territorio,in modo da trasferire le conoscenze e promuovere l’integrazione tra gli ambiti diversi a livello territoriale.

 

 

 

 

 

 

 

 


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